personalità paranoide, narcisismo e psicopatia: identikit di un pericolo sociale diffuso


Molte persone sono vittime di molestie. In diversi contesti della vita sociale e relazionale emergono quotidianamente storie di piccole e grandi violenze psicologiche, ripetute nel tempo, che spesso sfociano in vera e propria violenza fisica verso cose e persone. Oggi, attraverso i media, abbiamo tutti preso confidenza con il termine "stalking", un' etichetta che però rischia di imbrigliare la figura del molestatore seriale (stalker) in una rappresentazione sociale stereotipata: una persona, spesso di sesso maschile, che tartassa l' ex fidanzata o personaggi dello spettacolo con telefonate, pedinamenti, minacce, ecc. In realtà questa è solo una delle possibili situazioni in cui determinati soggetti, con uno specifico assetto di personalità patologica, hanno modo di agire la psicopatologia insita in loro. 
Sostituiamo dunque il termine stalker o molestatore seriale con il termine "paranoico". Di lui diremo anzitutto che non agisce soltanto all'interno della relazione di coppia ma nei più disparati contesti (lavoro, scuola, vicinato, ecc..). Chiunque è potenzialmente soggetto ad essere assunto come oggetto della paranoia del paranoico. In questo post andremo ad analizzare in profondità il carattere e la personalità del paranoico cercando di tracciarne un profilo utile ad identificarlo. Come risulterà chiaro leggendo, lo stalker è sicuramente un paranoico, ma non tutti i paranoici sono automaticamente degli stalker. 

La personalità paranoide
Caratteristica essenziale di questa particolare organizzazione della personalità è la tendenza abituale a proiettare sugli altri le qualità personali considerate negative. In questo modo gli attributi non riconosciuti come propri vengono di conseguenza percepiti come minacce esterne. Questo processo può essere accompagnato da un senso di sé coscientemente megalomanico.
Questa organizzazione di personalità si sviluppa su un continuum di gravità che va dal livello psicotico a quello normale, cosicché troviamo persone paranoiche "più sane" ed altre "più malate". Detto in termini più idonei, un carattere paranoide può essere associato a qualunque livello di forza dell'Io, integrazione dell'identità, esame di realtà e relazioni oggettuali. 
Posto che i casi più gravi sono facilmente identificabili (pensiamo ad esempio ai casi di soggetti il cui oggetto di paranoia è la minaccia aliena o una cospirazione internazionale posta ai loro danni..), ci concentreremo sui casi di paranoia non psicotica. E' statisticamente provato infatti che la pericolosità sociale deriva più da quest'ultima categoria di soggetti. Questo per una serie di ragioni: anzitutto disponendo di maggiori capacità relazionali sono difficilmente identificabili da subito come soggetti patologici agli occhi di un profano, inoltre conservando parte delle capacità intellettive sono in grado di simulare e dissimulare così da presentarsi spesso essi stessi come vittime agli occhi degli altri. 

Pulsione, affettività e temperamento nelle personalità paranoidi
Poiché il paranoico pone al di fuori di sé la fonte della propria sofferenza, ciò li rende più pericolosi per gli altri che non per se stessi. Ciò nonostante è possibile il suicidio anche se meno frequente rispetto ad altre forme di organizzazione di personalità. Il vittimismo patologico che li pervade in qualche modo li salvaguarda dal compiere questo gesto.
Persone con questo tipo di carattere mostrano un elevato grado di irritabilità, aggressività e atteggiamenti minacciosi. E' possibile che questi tratti siano presenti fin da bambino e che il soggetto li rifiuti in quanto risulta impossibile integrarli in un senso di sé positivo. Le risposte  negative delle figure di accudimento a questi atteggiamenti possono rinforzare l'ideazione persecutoria che sia il mondo esterno ad avercela con lui, trasformando l'idea in uno "stile percettivo" costante per il resto dell'esistenza. Ci occuperemo in seguito delle esperienze che possono contribuire alla "nascita" di un paranoico durante le fasi di sviluppo.
A livello affettivo il paranoico non è solo alle prese con rabbia, risentimento, desiderio di vendetta, e altri sentimenti ancora più ostili, ma soffre anche di paure soverchianti. Secondo alcuni autori la condizione paranoide è identificabile come una combinazione di paura e vergogna (Tomkins, 1963).  Il modo tipico del paranoico di volgere lo sguardo a sinistra in basso, è infatti un compromesso tra la direzione orizzontale a sinistra, specifica dell'affetto di paura pura, e la direzione verso il basso propria della vergogna (Tomkins, 1972). Il paranoico controlla ogni interazione umana con estrema vigilanza e diffidenza, come abbiamo detto vive infatti nel terrore di essere danneggiato. Le piccole aperture che il paranoico attua verso gli altri e verso il mondo esterno hanno la sola funzione, in seguito, di confermare in lui l'ideazione persecutoria che gli altri ce l'hanno con lui e lo vogliono danneggiare. Ciò avviene perché automaticamente si attivano in lui quei processi proiettivi di cui non può fare a meno, necessari a salvaguardare la sua integrità. 
Se ci fermiamo un attimo a riflettere deve essere veramente "estenuante" vivere per un paranoico. Tutta la sua esistenza è assorbita dal tentativo di mantenere in piedi questo assetto difensivo che qualora collassasse lo renderebbe preda delle sue vere e più intime angosce. Anche in questo caso quindi, come in molti altri disturbi mentali, la patologia insorge per permettere al soggetto di sopravvivere. In realtà nei paranoici altamente funzionanti è possibile che in alcuni momenti si abbia consapevolezza di sé e del proprio disturbo e può sorgere per alcuni periodi una depressione reattiva con ideazione suicidaria in quanto in questi momenti l'aggressività non può più essere rivolta verso gli oggetti esterni che perdono momentaneamente il loro carattere persecutorio, l'aggressività può dunque essere rivolta contro se stessi. In questi momenti il paranoico sa di aver costruito egli stesso l'oggetto persecutorio. Il più delle volte però le difese  che caratterizzano il suo funzionamento psichico intervengono massicciamente per ristabilire l' "equilibrio" precedente. Svanisce così quindi forse l'unico momento di "lucidità" possibile e torna ad essere posto in essere il teatrino paranoico. 
Per quanto riguarda la vergogna, questo affetto rappresenta una grande minaccia per i paranoici, come per i narcisisti (spesso i paranoici hanno anche spiccati tratti narcisisti) ma il pericolo viene percepito in modo diverso dai due tipi di personalità. La personalità narcisista, anche del tipo più arrogante, è soggetta a sentimenti coscienti di vergogna se viene smascherata in certi aspetti. Ogni sua energia viene convogliata nel tentativo di impressionare gli altri in modo che non possano percepire il sé svalutato. Il paranoico ricorre invece in maniera talmente massiccia al diniego e alla proiezione che nel Sé non rimane alcun sentimento accessibile di vergogna. A questo livello emergono anche quei tratti megalomanici che in qualche modo fanno di alcuni paranoici anche dei narcisisti patologici. Il paranoico spende le proprie energie per sventare i tentativi di coloro che, a suo avviso, hanno intenzione di umiliarlo e svergognarlo. La motivazione profonda che muove queste dinamiche intrapsichiche è la paura della malevolenza degli altri. L'attenzione del paranoico è quindi rivolta alle motivazioni degli altri e non alla natura del Sé. Come i narcisisti (ma abbiamo detto che spesso convivono questi tratti) i paranoici sono anche estremamente suscettibili di provare invidia, ma a differenza dei primi se ne difendono con la proiezione ("sono gli altri che mi invidiano"). Questa differenza è in parte spiegabile con il grado di rabbia che devono gestire: risentimento e gelosia, talvolta di intensità delirante, oscurano la loro vita. 
Infine, i paranoici sono profondamente oppressi dal senso di colpa, un sentimento che non viene riconosciuto ed è proiettato allo stesso modo della vergogna. In seguito valuteremo le ragioni per cui si sentono profondamente malvagi. Il peso intollerabile del senso di colpa rende il paziente paranoico difficile da curare: egli vive nel terrore che nel momento in cui il terapeuta riuscirà a conoscerlo davvero, resterà profondamente colpito dai suoi peccati e dalla sua depravazione e lo rifiuterà o punirà per i suoi crimini (l'avversione per la Chiesa e per la confessione può essere caratteristica, anche se ovviamente non specifica, di questi soggetti). Il paranoico è dunque cronicamente impegnato ad evitare questa umiliazione trasformando qualsiasi senso di colpevolezza all'interno di sé in un pericolo che lo minaccia dall'esterno. Si aspetta inconsciamente di essere scoperto e trasforma tale paura nello sforzo continuo ed estenuante di smascherare il "vero " o i "veri" intenti malvagi che stanno dietro al comportamento di chiunque altro nei suoi confronti. 
Per le stesse ragioni il paranoico è incapace di stabilire relazioni affettive stabili se non nel caso in cui si venga a costituire una "coppia patologica" dove le caratteristiche patologiche individuali del partner vengono ad incastrarsi, in un equilibrio estremamente precario, con quelle del soggetto paranoico. Il partner del soggetto paranoico ha la sola funzione di rimandargli una immagine di sé grandioso, di farlo sentire come soggetto degno di attenzione e di ammirazione. Come il narcisista, ricorre massicciamente alla manipolazione dell'altro e spesso nutre un profondo disprezzo per il partner, che gli è necessario per avere una conferma esterna al suo senso di grandiosità, per soddisfare il suo bisogno di essere accettato e ammirato. Il partner non è solo funzionale a tali bisogni narcisistici, esso diventa presto anche ricettacolo degli agiti paranoici. Le testimonianze di persone (per la maggior parte donne) che hanno vissuto l'incubo di vivere per un periodo di tempo una relazione con un paranoico raccontano storie di ripetute e continue pressioni psicologiche sfociate spesso in violenza psicologica e fisica. Il partner del paranoico è spesso una persona sottomessa e dipendente, manipolabile e incapace di assertività. L'aggressività che il paranoico è incapace di rivolgere contro se stesso viene facilmente convogliata verso il partner, percepito come il polo debole della coppia, che subisce in silenzio anche per anni le vessazioni del paranoico. 

Alcuni soggetti paranoici possono agire anche atteggiamenti tipici della personalità psicopatica (antisociale). Possono saper leggere con accuratezza gli stati emotivi delle altre persone e trovare un godimento nel manipolarle, nel prendersi gioco delle Istituzioni, trarre piacere dall'ingannare gli altri (Bursten, 1973). Sono inclini alla menzogna e a giustificare ogni loro azione come conseguenza di un'azione malevola esterna. In tal senso si possono distinguere soggetti aggressivi e soggetti passivo-parassitari, che usano mezzi diversi per perseguire i propri obiettivi personali. I primi sono più inclini ad esprimere violenza manifesta, a sfidare frontalmente le autorità e ad infrangere senza timore regole e norme sociali, i secondi rappresentano invece la versione "vigliacca" del sociopatico, la cui paura impedisce azioni frontali dirette, e li rende maggiormente inclini ad approfittarsi degli altri in maniera subdola e a cercare profitto attraverso la truffa e il raggiro. In entrambi i casi le azioni sono giustificate, dal loro punto di vista, da una morale auto-riferita o di ordine superiore. Alcuni paranoici vivono il desiderio di rivendicazione sotto forma di querulomania (tendenza patologica ad avanzare rivendicazioni continue e per lo più non fondate attraverso denunce e querele) fondata sul convincimento di essere vittima di un’ingiustizia e motivata dal desiderio di ricercare un risarcimento per via legale ad ogni costo (alcuni ricorrono addirittura a simulare torti subiti attraverso danni auto-provocati oppure attraverso comportamenti antisociali sperano nella reazione dell'altro. In questa tipologia ci sono molti aspetti riconducibili al delirio di persecuzione, soprattutto per la componente dell’autocentrismo).

Il paranoico vive di fatto un isolamento affettivo, intrattenendo poche relazioni sociali, in genere funzionali alla sua sopravvivenza psichica (o dovute a contingenze pratiche), ma nella ideazione possono sentirsi meno isolati di quanto sono perché pensano di appartenere ad un gruppo o ad una comunità ideale ritenuti speciali e moralmente superiori (possono pensare di essere più civili, più colti, più intelligenti, moralmente retti ed elevati rispetto agli altri). Il problema dell'Identità è importante nel paranoico. Il soggetto paranoico con tratti narcisistici aspira a ricoprire un ruolo rilevante e socialmente riconosciuto nella comunità, ma tale desiderio irrealistico una volta deluso dalla realtà, lo porta a credere ancora una volta di essere vittima della società che per invidia o incapacità non sa riconoscere il suo genio. E' quindi incapace di riconoscere il suo fallimento.


Processi difensivi e processi adattivi nella paranoia
Abbiamo detto che per definizione la paranoia è il meccanismo di difesa dominante nella psicologia del paranoico. A seconda della forza dell'Io e dell'intensità del disagio, può trattarsi di un livello psicotico, borderline o nevrotico di proiezione.

Il paranoico schizofrenico (psicotico) proietta aspetti disturbanti del sé e li considera assolutamente esterni a prescindere da quanto tali convinzioni possano apparire folli agli altri. I soggetti così gravi non trovano altro modo per far coincidere le proprie percezioni e ideazioni deliranti, se non quello di convincersi di essere l'unica persona al mondo che si rende conto della minaccia. 

Nei soggetti borderline invece, dove per definizione l'esame di realtà è conservato, i paranoici proiettano gli atteggiamenti rifiutati in maniera da costringere gli altri e soprattutto le persone che ne sono oggetto a percepire tali atteggiamenti. Ci stiamo riferendo ad un processo difensivo più fine della semplice proiezione, cioè all'identificazione proiettiva: la persona cerca di liberarsi di certi sentimenti, ma mantiene per essi una qualche empatia e deve rassicurarsi del loro carattere realistico. Il paranoide borderline fa in modo che le proprie proiezioni "si adattino" al bersaglio proiettivo. 

Il paranoico di livello nevrotico proietta le problematiche interne ma una parte osservante del sé alla fine riuscirà, all'interno di una relazione affidabile come quella con il terapeuta, a riconoscere come proiezioni i contenuti mentali esteriorizzati.

Le relazioni oggettuali nella paranoia
L'esperienza clinica induce a pensare che i bambini che diventano adulti paranoici hanno sofferto gravi ferite nel senso della propria competenza. Hanno fatto ripetute esperienze di sopraffazione e umiliazione. Incontriamo spesso critiche, punizioni pretestuose, adulti difficili da accontentare e pesanti mortificazioni. Inoltre a volte il bambino impara con l'esempio trovandosi ad osservare atteggiamenti di sospetto e rimprovero in genitori che, in maniera paradossale, tenuto conto dei maltrattamenti di cui fanno oggetto il figlio, e delle realtà più benevole della scuola e della società, comunicano che le uniche persone di cui ci si possa fidare sono i membri della famiglia. I paranoici borderline e psicotici provengono in genere da famiglie che erano inclini alle critiche e allo scherno, o dove il figlio era usato come capro espiatorio, era il bersaglio della proiezione familiare di tutte le qualità odiate in particolare di quelle riferibili alla categoria della "debolezza".
Un altro fattore che contribuisce all'organizzazione paranoide è la presenza di un'angoscia non affrontabile, non necessariamente di tipo paranoide, di una figura genitoriale primaria. 
A causa della loro inclinazione a problemi di potere e all'acting-out, molti paranoici, come abbiamo detto sopra, presentano alcune caratteristiche in comune con gli psicopatici. Ma per quanto abbiano sentito persecutorie o inadeguate le figure di accudimento dell'infanzia, nelle prime fasi della loro esistenza non sono del tutto mancate la presenza coerente e la disponibilità necessarie a presevare un senso di sollecitudine. 

Il Sé paranoide
La principale polarità nella rappresentazione di sé del paranoico è costituita da un'immagine di sé impotente e umiliata in contrasto con un'immagine onnipotente, vendicativa e trionfante. La tensione tra queste due immagini pervade il loro mondo soggettivo. Sfortunatamente nessuna delle due posizioni offre un qualche sollievo: il terrore della sopraffazione e del disprezzo si associa al lato debole della polarità, mentre il lato "forte" ha in sé l'inevitabile effetto collaterale del potere psicologico, che è una colpa insopportabile. 
Il lato debole di questa polarità è evidente nel grado di paura in cui vivono cronicamente i paranoici. Non si sentono mai completamente al sicuro e spendono una grande quantità di energia emotiva a scrutare l'ambiente alla ricerca di pericoli. 
Il lato grandioso si manifesta sotto forma di autoriferimento: tutto ciò che accade li riguarda in qualche modo personalmente. 
La magalomania, inconscia o manifesta, opprime la persona paranoica con un senso di colpa insopportabile: "se sono onnipotente allora tutte le cose terribili sono colpa mia, non degli altri". 
Infine un problema complesso per molti paranoici è la combinazione di confusione dell'identità sessuale, desiderio di intimità con persone dello stesso sesso e relativi timori di omosessualità. Studi empirici confermano una connessione tra paranoia e preoccupazioni omosessuali (Aronson, 1964). I paranoici, anche quella minoranza che ha messo in atto i sentimenti omoerotici, possono considerare estremamente disturbante l'idea di un'attrazione omosessuale. Nel nucleo dell'esperienza di sé del paranoico c'è un profondo isolamento emotivo, e un bisogno di quella che Sullivan (1953) definì "conferma consensuale" da parte di un vero "amico".
I paranoici tentano in primo luogo di aumentare la propria autostima attraverso l'esercizio efficace di potere contro le autorità e altre persone importanti. Esperienze di vendetta e trionfo danno loro un senso confortante (anche se passeggero) di sicurezza e rettitudine morale. La litigiosità degli individui paranoici deriva da questo bisogno di sfidare e sconfiggere il genitore persecutore

Fonti: 
- La diagnosi psicoanalitica - Nancy McWilliams - Astrolabio
- Manuale Diagnostico Psicodinamico - PDM - Raffaello Cortina