Psicologia delle masse

Gli sviluppi della psicologia delle masse ai primi del '900 
 « [Oggi], una penna è sufficiente ad azionare milioni di lingue »
 (Gabriel Tarde, 1901)
Robert Ezra Park,uno dei maggiori sociologi degli Stati Uniti, nel 1904 scrisse "La folla e il pubblico". Park portava Le Bon in America e, dopo aver affrontato il tema dello sviluppo dei media, notò come l'opinione pubblica stesse diventando sempre meno distinguibile dalla mente delle masse:

"la cosiddetta opinione pubblica è generalmente niente più che un semplice impulso collettivo che può essere manipolato dagli slogan. ... Il giornalismo moderno, che dovrebbe istruire e dirigere l'opinione pubblica riportando e discutendo gli eventi, solitamente si sta rivelando come un semplice meccanismo per controllare l'attenzione della collettività. L'opinione che si viene a formare in questa maniera, ha una forma logicamente simile al giudizio derivato da una percezione irriflessiva: l'opinione si forma direttamente e simultaneamente alla ricezione dell'informazione”

Nel 1908 nasce ufficialmente la Psicologia sociale: gli autori sono l'americano Edward Alsworth Ross e il britannico William McDougall (in quell' anno pubblicarono due libri con lo stesso titolo, "Social Psychology"). Nel libro di Ross si rende noto come i nuovi media abbiano la facoltà, senza precedenti nella storia dell'uomo, di "annichilire lo spazio", e di rendere possibile l'uniformità della moderna opinione pubblica:

"La presenza non è essenziale per la suggestione della massa. Il contatto mentale non è più vincolato dalla prossimità fisica... I nostri espedienti annullano lo spazio, rendono uno shock quasi simultaneo. Un vasto pubblico condivide la stessa rabbia, allarmi, entusiasmi e orrori. Quindi, quando una parte della massa viene a conoscenza dei sentimenti della restante parte, le sensazioni si generalizzano e si intensificano."

Nello stesso anno Graham Wallas, prestigioso docente di Harvard ed insegnante, tra gli altri, del giovane Walter Lippman, pubblicò "Human Nature in Politics":

"Chiunque cerchi di basare il suo pensiero politico su di un riesame del funzionamento della natura umana, deve iniziare col tentare di superare la tendenza alla sopravvalutazione delle facoltà intellettive della razza umana [...] Possiamo assumere che ogni azione umana è il risultato di un processo intellettuale, attraverso il quale l'uomo prima pensa ad un fine desiderato e dopo calcola gli strumenti attraverso i quali quell'obbiettivo può essere raggiunto. [...] L'empirica arte della politica consiste largamente nella creazione di opinioni, nel deliberato sfruttamento delle inferenze subconscie e non-razionali"
« Le elezioni popolari possono funzionare nella misura in cui non vengano sollevate quelle questioni che permettono ai detentori della ricchezza e del potere industriale di fare pieno uso delle proprie possibilità. Se i ricchi di qualunque stato moderno pensano che valga la pena ... di sottoscrivere un terzo dei propri introiti in fondi politici, nessun Corrupt Practices Act già inventato gli impedirà di spenderli. Se così faranno, c'è tanta di quella abilità da essere acquistata, e l'arte di utilizzare l'abilità per la produzione di emozioni ed opinioni si è talmente sviluppata, che l'intera condizione dei contesti politici sarebbe destinata a cambiare nel futuro »
 (Graham Wallas, 1909)

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